Per indagini termografiche quantitative, ovvero in cui sia importante la misura della temperatura, è importante essere certi che la precisione della propria termocamera rientri nelle specifiche tecniche.

Molte volte è importante poterlo dimostrare anche al cliente, per non vedere contestate le proprie misure o semplicemente per esigenze interne del cliente, particolarmente quando esso è un’azienda.

La termocamera, come ogni strumento di misura, va controllata periodicamente; non esistendo una norma tecnica o una legge specifica, si applica la periodicità indicata dal costruttore sul manuale d’uso.

Se un’azienda è certificata UNI EN ISO 9001, può definire nell’apposita sezione del proprio manuale della qualità la periodicità con cui calibra i propri strumenti.

Per la taratura delle termo camere vengono utilizzati “simulatori di corpo nero”, ovvero strumenti con emissività molto elevata che in laboratorio vengono scaldati fino a temperature note. I simulatori di corpo nero devono essere a loro volta calibrati con strumenti dotati di certificati di calibrazione di ordine superiore, rilasciati da laboratori di riferimento nazionali o internazionali che possiedono campioni metrologici di riferimento.

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L’unica norma di riferimento per la calibrazione è la UNI EN ISO 17025, in base alla quale vengono accreditati i laboratori. Se la calibrazione proposta viene effettuata secondo altri standard, non è una calibrazione eseguita da un laboratorio accreditato e quindi potrebbe essere contestata.

Non è importante inviare la termocamera al costruttore o al rivenditore (che di solito non è in grado di rilasciare un certificato UNI EN ISO 17025, perché di fatto è un produttore di strumenti e non un laboratorio).

Inviare la termocamera al costruttore è fondamentale quando non si necessita di una calibrazione ma di una riparazione, perché ci si è resi conto che la propria termocamera non effettua misure che rientrino nella tolleranza di ±2°C (per oggetti a temperatura inferiore a 100°C) o ±2% della temperatura effettiva (per oggetti a temperatura superiore a 100°C). Per rendersi conto della correttezza della misura della propria termocamera, è sufficiente eseguire un semplice test in 3 passi:

  1. Prendere un bagno di ghiaccio fondente (recipiente con ghiaccio in fase di scioglimento, ma non ancora completamente sciolto), e verificare che con emissività impostata a 0,97 la termocamera misuri 0°C±2°C
  2. Inquadrare con la termocamera la zona vicino all’occhio di una persona in quiete in una stanza, e verificare che con emissività impostata a 0,97 la termocamera misuri 36°C±2°C
  3. Prendere una pentola con acqua bollente, e verificare che con emissività impostata a 0,97 la termocamera misuri 100°C±2°C

Se la termocamera supera questi 3 test, è probabile che misuri correttamente e si può evitare di rivolgersi al costruttore per la taratura, e chiedere un preventivo ad un laboratorio accreditato.

Rivolgetevi a noi per un preventivo personalizzato per la calibrazione UNI EN ISO 17025 della vostra termocamera Flir, Fluke, Testo, Trotec, NEC, HT o di qualsiasi altra marca, potreste scoprire che per un certificato di calibrazione di rango superiore a quello del costruttore il costo è inferiore!

 

Scrivete a info@saige.it specificando marca e modello della vostra termocamera o del vostro termometro a infrarossi.

Compilate il FORM di RICHIESTA PREVENTIVO.